Il ritorno di Mary Poppins: tre motivi per cui abbiamo amato la sequenza animata

Il 2019 sarà l’anno dei grandi ritorni al cinema, da Aladdin a Dumbo fino al Re Leone, sono tanti i grandi classici che tornano sul grande schermo in una nuova forma visiva, pronti per essere apprezzati dalle nuove generazioni. Ad aprire le danze, proprio sotto Natale, è un film molto atteso e ugualmente rischioso, Il ritorno di Mary Poppins, in sala dal 20 gennaio.

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Diretto da Robert Stevenson nel 1964, Mary Poppins di Walt Disney è stato uno dei film più amati della casa di produzione di Topolino e confrontarsi con un passato così importante e con un capolavoro e dei personaggi/attori ancora nel cuore di tutti non era certo cosa facile. Tuttavia dei tanti adattamenti live-action che abbiamo visto, e che ancora ci attendono, forse quello su Mary Poppins era il più necessario. A distanza di otre cinquant’anni troppo è cambiato nel mondo per pretendere di raccontare il fascino della tata londinese ancora attraverso la pellicola di Stevenson, e serviva riempire nuovamente di magia gli occhi dei giovani spettatori con qualcosa di più adatto. Il ritorno di Mary Poppins centra perfettamente l’obiettivo. Il film in realtà non è un reboot ma un vero e proprio sequel, ed è esattamente come i migliori sequel dovrebbero essere! 

 Sono tanti gli aspetti del film di cui potremmo parlare ma quello che più ci compete è certamente la sequenza animata presente anche in questa nuova versione del classico. Cosa ne pensiamo? Ecco i tre motivi per cui è esattamente quello che volevamo:

1) I PINGUINI

Il segreto di un buon sequel è certamente la capacità di raccontare una storia nuova per un pubblico nuovo, ma anche la capacità di far tornare indietro nel tempo il pubblico più vecchio. Tutte le citazioni e i tributi alla pellicola del ’64 rendono Il ritorno di Mary Poppins il sequel perfetto. E tra i tributi più riusciti c’è certamente quello agli indimenticabili pinguini che si esibivano in uno spettacolo di tip-tap insieme a Bert. Per tutti coloro che hanno a cuore questa parte del film, il sequel regala un piacevole ritorno al passato. Ma non sono solo i pinguini ad evocare il vecchio film, i rimandi sono tantissimi. Scovateli tutti!

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2) LO STILE

Nel film del ’64 il momento in cui i protagonisti entravano nel quadro era l’occasione per dare inizio a quella sequenza animata a cui Walt Disney teneva tanto e che invece l’autrice del libro, P. L. Travers, non voleva per nulla al mondo. Ma il quadro non era solo un pretesto, era l’ambientazione delle scene animate che infatti hanno luogo in una sorta di parco disegnato in modo da ricordare il più possibile un paesaggio dipinto a gesso. Nel sequel i protagonisti non cadono in un quadro ma in un vaso di porcellana e l’effetto è incredibilmente sorprendente. I personaggi si muovono in un mondo dove la porcellana dipinta è realmente percepibile e tutta l’ambientazione mantiene questo stile suggestivo.

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3) LA MORALE

Una delle novità più interessanti introdotte dal film è proprio il risvolto importante che la sequenza animata ha all’interno dell’intero film. Se nella pellicola del ’64, infatti, nulla di quello che accadeva nel quadro aveva un risvolto significativo nella trama generale, a parte essere l’occasione per scoprire le magie della nuova tata, nel sequel, invece, gli eventi segnano un passaggio cruciale della crescita dei tre ragazzini protagonisti. Questa sorta di morale che si nasconde nelle avventure della sequenza animata va a completare in qualche modo l’insegnamento di fondo del primo film: se lì avevamo imparato a scoprire il buono anche in chi sembrava cattivo, qui è l’opposto. Un rivolto interessante che va perfino a completare il personaggio già meraviglioso di Mary Poppins!