La vera storia della Sposa Cadavere

La triste storia della povera Emily, mancata sposa del capolavoro di Tim Burton La sposa cadavere, non è stata interamente ideata dal celebre regista. Ci sono diversi racconti folkloristici che narrano una vicenda simile, ma il più somigliante è sicuramente Il dito, scritto dal rabbino Isaac Ben Solomon Luria di Safed, un mistico ebraico vissuto nel XVI secolo. Il racconto ha poi avuto diversi riadattamenti anche nel XIX secolo. La trama è davvero molto simile; una donna viene uccisa nel giorno delle sue nozze e sepolta con l’abito da sposa indosso. Qualche tempo dopo, un giovane in procinto di sposarsi vaga nel luogo dove la donna è stata seppellita, e nota un piccolo ramo spuntare dal terreno. Immaginando che sia un dito, decide per scherzo di infilare la fede nuziale e di recitare i voti nuziali, danzandogli intorno. Resta però sconvolto nel momento in cui la sposa emerge dal terreno, reclamandolo come suo marito, e capisce che il ramo altro non era che l’anulare della donna.

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La conclusione del racconto ha diverse varianti: ne Il dito, una corte di rabbini proclama l’invalidità del matrimonio, e la sposa con un grido si dissolve in un mucchio di ossa e polvere lasciando per sempre il regno dei vivi.

Altri finali sono meno cruenti e più vicini alla versione cinematografica: la vera promessa sposa del protagonista supplica il cadavere di lasciarli sposare, promettendo di crescere i loro figli in suo onore. La defunta, commossa dalle sue parole, accetta di tornare nel regno dei morti e restituisce l’anello alla sposa.

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Il film di Tim Burton ci ha regalato una rivisitazione della storia con una magnifica caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo quello di Emily, donna estremamente coraggiosa in grado di difendere le persone che ama anche a costo, all’ultimo, di farsi da parte e accettare di aver ormai perso la propria occasione di essere felice.