Akira: 4 curiosità sul cult d’animazione per eccellenza

È proprio così. Come il cinema in live-action, anche il cinema d’animazione ha i suoi grandi cult e tra questi un posto d’eccellenza è occupato certamente dal capolavoro di Katsuhiro Ōtomo, adattamento dell’omonimo manga, Akira.

Uscito per la prima volta al cinema nel 1988, Akira appartiene a una categoria di film d’animazione davvero d’altri tempi. Film che hanno influenzato e rivoluzionato il mondo dell’animazione e hanno contribuito alla sua crescita e in qualche modo al suo processo d’emancipazione in un contesto che li relegava a prodotti di serie B. Ma in cosa consiste la rivoluzione di Akira

IL PUBBLICO  

 Akira è uno dei primi film d’animazione pensato per rivolgersi unicamente a un pubblico adulto. È forse il coraggio la caratteristica più evidente di questo prodotto che a fine anni ’80 portava al cinema una storia violenta, cruda e brutale, mostrando chiaramente le potenzialità di un genere, quello del cinema d’animazione, che andavano ben oltre l’intrattenimento per bambini. E questi, per intenderci, erano gli anni in cui in occidente usciva La Sirenetta.

L’AMBIENTAZIONE 

Allontanandosi dai prodotti giapponesi più in voga del momento (nessun robottone da combattimento, per la cronaca), la storia di Akira si sviluppa in un contesto urbano fatto di bande di motociclisti, alcolismo, droga e scontri con la polizia. Per certi versi qualcosa di più vicino all’immaginario fumettistico europeo.

LA FANTASCIENZA

Difficile descrivere Akira solamente come una storia di fantascienza perché al di là di questa componente che è anche di intrattenimento, visivo e narrativo, in questo lungometraggio la tecnologia è sopratutto un pretesto per affacciarsi a una riflessione profonda sulla natura dell’uomo e sull’esistenza di Dio. Qualcosa che rende Akira una storia davvero originale nel suo genere.

LA PRODUZIONE

Il film venne realizzato investendo un miliardo di yen, un impegno economico davvero notevole per quegli anni, che dimostra una delle prime volontà di investire seriamente in un film d’animazione come si farebbe con un film in live action. Le fasi di lavorazione furono così intense che impiegarono circa 1300 animatori, alternati in turi diurni e notturni. La maggior parte del film è realizzato a mano ma non manca l’uso di una CGI sperimentale in alcune scene. Akira è, inoltre, il primo esempio di utilizzo della tecnica di pre-recording, ovvero la registrazione del doppiaggio durante la creazione dei disegni per aiutare agli animatori a rappresentare in modo corretto il movimento labiale. La tecnica era utilizzata regolarmente nell’animazione occidentale ma non in Giappone, dove i doppiatori erano abituati a doppiare un prodotto già finito.

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