Toy Story 4 è il coronamento dell’amicizia tra Woody e Buzz

Il rapporto tra lo Sceriffo Woody Pride e Buzz Lightyear raggiunge il suo apice in Toy Story 4

Se vi chiedessimo qual è il duo più amato nel cinema d’animazione, cosa rispondereste? Aladdin e il Genio della lampada? Timon e Pumba? Mowgli e Balù? Yzma and Kronk – «Ma le Follie dell’Imperatore che filmone è?» cit.?

Sarà che abbiamo visto poco tempo fa Toy Story 4 – la nostra videorecensione si trova qui –, ma la nostra risposta è una sola: nel nostro cuore ci sono Woody e Buzz Lightyear al primo posto!

Certo, è davvero difficile scegliere, e volendo ci sono anche tantissime altre coppie che potremmo nominare, però la nostra preferita è sicuramente una delle più iconiche dei film animati: sarà perché è una tra le più longeve – sembra ieri ma il primo Toy Story è uscito in sala nel 1995 – , o forse perché sono passati dall’essere rivali ad essere amici fraterni, che si proteggono a vicenda e insieme si prendono cura degli altri giocattoli come fossero un’unica grande famiglia. Sta di fatto che la loro amicizia va avanti da ben 24 anni e non è mai stata né noiosa, né banale, inoltre nell’ultimo capitolo ha raggiunto il suo apice, trovando il giusto coronamento dopo tante avventure emozionanti.

Se il finale di Woody e Buzz non vi ha convinto del tutto, provate a leggere fino in fondo il nostro articolo: potreste vedere l’ultimo film della saga sotto una nuova luce! Buona lettura e… Occhio agli spoiler!

ATTENZIONE: Se non avete ancora visto Toy Story 4 andatelo a recuperare al cinema prima di leggere l’articolo! Ci sono un sacco di riferimenti a quello che succede nel lungometraggio!

Buzz e Woody in compagnia di Ducky e Bunny

La coscienza di Buzz e Woody

In Toy Story 4 il regista Josh Cooley ha portato la loro relazione su un altro livello, dato il film affronta anche il tema dello sviluppo della coscienza di Buzz e l’evoluzione di quella di Woody, soffermandosi su quei sentimenti che rendono i protagonisti così umani.

Sebbene Buzz ricerchi la propria interiorità a volte in modo un po’ superficiale, come quando ascolta le proprie frasi preregistrate per capire il da farsi, pian piano il nostro eroe spaziale si renderà conto che la voce dell’animo è qualcosa di più profondo di quella del riproduttore vocale: certe frasi preregistrate, che possono suonare come slogan bellissimi, hanno anche un significato molto più profondo di quello che Buzz stesso gli ha affibbiato. Un esempio? L’uso che viene fatto nel finale di «Verso l’infinito e oltre!», una frase che racchiude la filosofia dei personaggi dopo anni e anni di avventure e peripezie.

Nella scena finale del film si assiste anche al coronamento di questo percorso di crescita dei personaggi, maturato attraverso una grandissima amicizia: Woody e Buzz abbracciano la loro umanità e si rendono conto che le lezioni più importanti della vita le hanno imparate insieme, attraverso quello che hanno condiviso e che si sono detti. Tutto quello che abbiamo visto finora, attraverso anche i film precedenti, è servito per renderli più completi – e complessi –, farli crescere e proiettarli verso un futuro che li vedrà separati, diretti verso mete diverse ma comunque felici e in pace con se stessi.

Il finale e la volontà di Woody

Dopo aver aiutato Gabby Gabby a trovare un nuovo proprietario, ai nostri giocattoli preferiti non resta che raggiungere il camper dove si trova Bonnie, ma questo implica che Woody dica per sempre addio a Bo Peep, e anche ai nuovi amici conosciuti durante quest’ultima avventura – ma soprattutto alla sua amata, fatto che lo dilania dentro come in passato.

Mentre lo sceriffo sta per ricongiungersi a Buzz e ai vecchi amici, l’astronauta scorge il vortice emotivo che sta travolgendo Woody: deve seguire la voce che indica l’amore della propria vita, oppure solo la voce assillante del senso del dovere che dice occuparsi di solo di Bonnie? In questo caso è fondamentale l’intervento di Buzz, che capisce al volo quanto abbia sacrificato il suo amico nel corso della sua vita pur di rimanere nella stanza del proprietario di turno, occupandosi della comunità dei giocattoli e del benessere comune, anche a costo di trascurare il proprio. 

Buzz ferma Woody e lo rassicura dicendogli che va tutto bene e che lei starà bene, il cowboy allora replica che lo sa, pensando che l’amico si riferisca a Bo Peep, ma poi viene colto da un’epifania: Buzz gli dice esplicitamente che è Bonnie che se la caverà, così Woody capisce che non è più obbligato a vestire i panni dello “sceriffo”, cioè del custode di questa piccola comunità. Per la prima volta nella sua vita è finalmente libero di seguire il suo cuore, le voci più profonde della sua coscienza, quelle rimaste sopite per anni.

Buzz, che ha portato avanti il suo percorso di crescita interiore, è in grado di leggere nel cuore dell’amico e gli consiglia di superare le sue paure e seguire la sua amata. Qui gli animi dei protagonisti si intrecciano per un’ultima volta, portando a compimento uno sviluppo dei personaggi durato ben 24 anni: così come Woody ha aiutato Buzz a diventare un leader e un amico migliore, l’eroe spaziale aiuta il cowboy ad aprire gli occhi, aiutandolo a superare i rimorsi dovuti al senso del dovere e la paura del mondo esterno, dato che ha già fatto di tutto per crescere due generazioni di bambini, ovvero Andy e Bonnie, e non ha nulla da temere per il futuro dato che è in buona compagnia.

Alla fine Woody impara qualcosa di nuovo: ascoltare la propria voce. Per una volta sceglie di seguire il suo istinto, che lo rende ancora più umano perché lo porta tra le braccia dell’amore: la decisione finale è quella di stare con Bo Peep e vivere all’insegna dell’avventura e della felicità, anche senza un bambino.

Dopo il sentito commiato, a Buzz viene chiesto dagli altri amici se Woody ora è un “giocattolo smarrito”, ma il nostro eroe risponde che ora non lo è più – lacrime, grandi lacrime. Nonostante Woody abbia salutato la sua storica famiglia, ha ritrovato l’amore della sua vita, che avevo perso quando Bo era stata venduta (per questo motivo era assente in Toy Story 3), e ha ritrovato anche se stesso, cosa altrettanto importante. È davvero un nuovo inizio per il cowboy oppure è una sorta di ritorno a casa? Forse è entrambe le cose, e va benissimo così.

Woody e Forky a passeggio

Abbracciare il cambiamento, abbracciare la vita

Da quando ci è stato presentato nel primissimo Toy Story, Woody ha sempre avuto una visione precisa dello scopo di un giocattolo, fatto che lo porta ad avere una crisi quando scopre di desiderare una vita al di fuori della cameretta di Bonnie, ma Buzz gli ricorda a che va tutto bene anche quando si decide di percorrere nuovi sentieri. In questo modo torna al centro della trama un grande tema, spesso ricorrente nei film di questa saga: il cambiamento è inevitabile, ma non è il male.

Si tratta di un messaggio per nulla banale e molto difficile da accettare, non solo per i bambini ma anche per gli adulti di oggi, che è stato essenzialmente la morale di fondo di tutti i film di Toy Story. Abbiamo visto i giocattoli protagonisti temere di essere rimpiazzati dai nuovi arrivati, ma abbiamo anche osservato l’altro lato della medaglia, ovvero il timore che un nuovo padrone possa non amarli: in entrambi i casi siamo stati testimoni di cambiamenti importanti, che hanno modificato le dinamiche del gruppo, ma i nostri beniamini se la sono sempre cavata, riuscendo di volta in volta a trovare i giusti equilibri per riuscire a vivere bene insieme ed essere felici.

Nel finale della saga, di fronte al cambiamento più grande di tutti, i due grandi amici si confortano un’ultima volta, con la certezza che anche questa volta tutto andrà per il verso giusto. Buzz fa intendere Woody che è libero di raggiungere Bo, con un leggero cenno del capo: a volte per comunicare non servono nemmeno le parole quando il legame con qualcuno è così forte. È una delle scene più commoventi dell’intera saga, resa ancora più suggestiva dalle ultime parole dei protagonisti: Buzz guarda verso gli innamorati mentre si allontanano sussurrando «Verso l’infinito…», dall’altro lato Woody completa la frase dicendo: «… E Oltre!», mentre guarda le stelle con Bo.

È la scena perfetta per riassumere le avventure, gli affetti e la crescita dei protagonisti di questa bellissima saga.

Woody, Bo Peep e… la terza in comodo

Un ultimo sguardo al passato e poi… il futuro

Questo climax emotivo – che penso abbia provato non solo noi, ma anche molti fra voi lettori – fa riferimento al finale di Toy Story 2, quando Woody aveva compreso che prima o poi Andy sarebbe cresciuto e un giorno avrebbe messo da parte i suoi balocchi preferiti, compreso lui, ma Buzz aveva rassicurato l’amico dicendogli che almeno si sarebbero fatti compagnia a vicenda, «verso l’infinito e oltre!». È proprio in questo frangente che i nostri eroi hanno iniziato a vedersi l’un l’altro come fratelli, e questa idea, unita a un rinnovato messaggio di speranza nell’affrontare i cambiamenti, è il filo conduttore che ci porta al finale della saga, in modo coerente e commovente.

La conclusione, più che rimarcare una scelta e dei destini differenti, sottolinea ancora una volta le affinità tra Woody e Buzz: entrambi sono leali e sinceri, due leader nati, che si sono aperti gli occhi a vicenda imparando insieme a vivere ed amare – il prossimo ma anche se stessi. E cosa più importante hanno fatto sognare generazioni di bambini e bambine, che sono diventati gli adulti di oggi e che non hanno mai dimenticato i loro giocattoli preferiti.

 

PS: ancora convinti che Woody e Buzz non siano il duo più iconico dei film d’animazione? 😉